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:: Saturday, April 27, 2002 ::

“Bologna è una vecchia signora, dai fianchi un po’ molli…”
Io gliel’ho sempre detto, anche quando preparavamo insieme il provino, sempre detto io…
Alla fine, se a Bologna ci nasci, va finire che Lei ti marchia.
E’ una cosa complicata staccarsi da Bologna, complicatissima, ti resta addosso appiccicata, o forse sei tu che ti appiccichi a lei e ci stai comodo, forse anche un po’ troppo per non avere quel sottilissimo senso di colpa…Che però poi scompare subito, sai? Qui tutto va molto più lento, quasi flemmatico, o almeno così mi dicono quelli che vengono da fuori, quelli che arrivano a Bologna e che si sentono come se all’improvviso qualcuno avesse tirato il freno a mano. Io non me ne sono mai accorta. Ci sono quelle mattine in cui l’aria è elettrica e sai che pioverà e tutte le strade sembrano affogate in un misto di ossigeno, smog e adrenalina. La respiri proprio l’adrenalina, la gente diventa nervosa, in macchina, e sui viali i clacson fanno smadonnare il nonnino che spinge la bicicletta sulle strisce nel tentativo di farsi tirare sotto…A me invece fa impazzire, tutto si accende di una specie di sospetto, tutti i mattoni rossi, tutte le torri stanno come all’erta e la gente cammina guardando in su e ti pare di sentirli pensare “Socc…Ma viene o non viene?”
“Bologna per me provinciale, Parigi minore, mercati all’aperto, bistrots, della rive gauche l’odore…”
Verso le cinque e mezzo, soprattutto a primavera, scoppia il popolo dell’aperitivo. Eh, d’inverno mica li vedi, stanno chiusi dentro alle Stanze, con i soffitti affrescati, a prendere un the o un Martini prolungando un tardo pomeriggio in attesa delle tartine da assalire per il gusto magnifico di qualcosa di gratuito. A primavera si apre la stagione dei tavolini, saltano fuori come funghi e anche il Bar Dello Sport (un qualsiasi bar dello sport, uno a caso) li mette fuori, magari con gli ombrelloni per salvarti dalle prime gocce di pioggia che immancabilmente vengono giù finché non è proprio estate. Anche noi, quanto tempo abbiamo speso su quelle sedie di metallo in piazza, sotto l’arco di pietra di palazzo Re Enzo a sognare il futuro che si avvicinava? Io sempre il Martini o un bicchiere di vino, tu magari il Porto o un Montenegro e intorno a noi centinaia di tavolini, in centinaia di piazze, sotto a centinaia di portici, persi in centinaia di viuzze. Quelle vie dove l’acqua fa delle pozzanghere piccolissime, ma micidiali, tra un cubetto di porfido e l’altro, quelle chiuse al traffico, in cui camminare di notte ubriachi. Quelle vie con i portici piccoli e bassi e il rumore dei canali che scorrono e fanno sentire la loro voce, per poi sorprenderti da una finestrella con un angolo quasi veneziano. Le strade del ghetto, strette in un abbraccio di intonaco giallo e lavori in corso, poi giri l’angolo e ti rendi conto che sei già sotto le due torri. E guarda che io a Bologna ci vivo da sempre e tutte le santissime volte sbaglio sempre strada e non sbuco mai dove dovrei…E quando ero piccola il fatto che ci fosse una strada che si chiamasse via dell’Inferno era una cosa misteriosa e affascinante.
“Però che Boheme confortevole, giocata tra case e osterie, quando ad ogni bicchiere rimbalzano le filosofie…”
Via del Pratello, che la sera diventa un borgo medievale, un passo, un pub, tre passi, un’osteria, dieci passi, pizzeria, tre passi, altra osteria. Quanto ci siamo stati bene dal Sardo? A preoccuparsi che il mirto fosse un po’ toppo calorico, poi a riderci sopra e a fregarsene delle calorie e dell’ora inverosimile, davanti ad un bicchiere scuro e liquoroso. Penso che delle volte avremmo dovuto registrarci e scrivere qualcosa su quel che si diceva, io, tu, il Granrivoluzionario, gli altri…Quanti sogni abbiamo sfiorato, assaporato, creato, da quei tavoli di legno scuro? Che poi son sempre quelli, sia in via del Pratello, sia al Borgonuovo, alle quattro e mezza del mattino mangiare il tris di primi, che il fegato ti odia, ma il tuo umore migliora notevolmente.
E noi a raccontarci che sarebbe sempre stata così, le notti che sembrano cortissime, i giorni eterni e placidi, camminare sulle pietre scomode di piazza S.Stefano per arrivare a sedersi sotto al portico e sentire quei dannati uccellini che cantano anche alle tre di notte.
“Bologna è una vecchia signora che fu contadina, benessere, ville e gioielli e salami in vetrina…”
Quell’aria da fighetti nati e da Marine Ripa di Meana che ha la gente, i villoni, Galleria Cavour con più polizia e sorveglianti di un carcere di massima sicurezza, che se butti una cartaccia hai paura che ti arrestino. E invece basta sembrare strafighi e spocchiosi, tutta una questione di atteggiamento e nessuno ti viene a dire niente anche se picchi una vecchietta. Che tanto poi qui la gente ha una predisposizione particolare a girarsi dall’altra parte e quando chiamo l’ambulanza per il solito tossico in overdose sotto il mio portone mi guardano come se fossi matta… Quanto ci guardavano male, a te e a me, truccati come incubi, svestiti come strani rifiuti da marciapiede, lo sguardo torvo per spaventare la signora impellicciata nel tardo pomeriggio, e poi, appena si voltava, guardarci e sorridere, per poi continuare a camminare. La gente con i macchinoni di lusso che parcheggia in tripla fila, le bellone con i tacchi che annaspano proprio su quelle pietre irregolari davanti alle Settechiese. Magari vengono dal locale figo, dalla discoteca esclusiva, ed io che qua ci sto da sempre, nemmeno so dove siano o se ci siano posti così in questa Bologna…Quella Bologna, perché la mia è un’altra, è il mercato vecchio con i suoi saliscendi, certe vetrine solo da guardare. Ti ricordi? C’erano quei pantaloni bruttissimi che costavano tredici milioni! E quel bracciale che era solo una striscia di pelle e il signor Gucci ti chiedeva quattrocento mila lire. Noi passavamo, riscaldati dal vino o dalla poesia e io avevo gli anfibi con i buchi e nei tuoi la suola si staccava.
“Bologna è una strana signora, volgare matrona, Bologna bambina per bene, Bologna "busona", Bologna ombelico di tutto, mi spingi a un singhiozzo e ad un rutto, rimorso per quel che m' hai dato, che è quasi ricordo, e in odor di passato...”
Io non posso farci niente, la adoro, la mattina presto quando tornavo a casa in bici e la ‘guazza’ delle 6.00 mi riempiva i polmoni, la sera all’ora di cena, quando via della Grada risuona di televisori e stoviglie, amo i goliardi ubriachi, amo i postini che chiedono “Mi da il tiro?” e la faccia di chi è a Bologna da poco e non capisce cos’è che vuole quello. Amo le strade vicino a dove stavi tu, i cancelli, i cortili nascosti, i colli così vicini, il fiume a un tiro di schioppo per farci il bagno di notte, i miei matti, i miei autobus. Amo i nostri angoli segreti, pieni di incanti che forse solo noi sappiamo cogliere, i moncherini delle torri, gli archi della vecchia cinta muraria, le strade in salita senza motivo apparente.
Te l’ ho detto un sacco di volte, anche prima di sapere che quel provino non l’avrei passato, per me casa è qui…No, mica qui da dove scrivo adesso, dico la fuori, dico le strade, la cinta dei viali come un abbraccio d’asfalto con il cuore in dodici porte, dico le piccole magie nascoste tra i muri, tra la storia, dico quel parco che è quasi un bosco per davvero e in cui abbiamo piazzato la nostra Avalon, dico qui fuori. Dico Bologna.
:: Tanachvil (0) comments 8:45 AM Noctupermalink ::
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:: Friday, April 26, 2002 ::
E così è arrivato il sole, un sole caldo e finalmente primaverile, io mi do al travaso delle piante e quelle appena seminate buttano fuori foglioline verdi che promettono un gran bene.Ho già voglia di passare le nottate sotto un cielo Felsineo come lo è solo d'estate, il cielo del mio bosco fatato, l'odore di gelsomini che riempie l'aria e da le vertigini, ho voglia persino di scappare dalle api e dalle vespe che, ho verificato, mi terrorizzano anche quest'anno...Il prato di Collecavo in questo pomeriggio di aprile era inondato di sole e colori, un vento sottile e fresco, voci, odore d'erba giovane, le statue delle vestali che si aprono al sole...
Il sogno di Felsina si è svegliato a primavera ed è un sogno estraneo, diverso, che non so come prendere, mi sembra una realtà parallela e sento ancora sulla lingua il sapore di cose che non torneranno, ancora...E' l'anno degli addii, della fine, del voltare pagina, ma il gusto della malinconia è quello che fa da padrone in questo gelato 2002 e mi sta prendendo allo stomaco come un nodo che ho paura di sciogliere.Il sogno si è svegliato e ho voglia di piangere come prima reazione, o di chiudermi in un angolo, e io mi sveglio dalle illusioni, quella di essere una persona 'per bene' forse, o quella di potermi ingannare, bella me, ci ho provato...
Non si pò negare l'odore delle persone quando ti è entrato nel sangue, diventa un richiamo, e tocca corde che non vorresti, anche quando non avresti nulla da lamentarti e allora che cavolo sarà questa malinconia...Forse mi manca un pezzo, come ho detto una sera al Borgonuovo in cui mi sentivo una bambina e avevo voglia di uscire e trovare un diluvio vero e proprio...e invece ho trovato il vuoto di Bologna deserta e silenziosa, Bologna che mi ha preso per mano, discreta e mi ha accompagnata a casa.
Mi manca un pezzo di me. Mi manchi tu, lo sai, te l'ho detto così tante volte, ma forse ormai sono parole che hanno perso significato, il fatto è che dovresti interpretarle in senso letterale...Mi manchi, sei la parte di me che è assente, un assenza fatta di quotidianità, di distanze e di dubbi forti come torri che mi prendono e mi fanno svegliare la notte.
E' che tutto sembra così distante, tutto quanto, anche io sembro distante da quello che faccio e forse è vero, sto agendo come se non ci fossi, e davvero non sono qui...Forse quel pezzo di me che hai tu era quello importante, quello che dava coscienza al resto, forse era il cuore, che adesso ha fatto perdere le sue tracce e davvero vorrei sapere se lo hai tu, lì con te...Trattamelo bene, ha bisogno di riposare molto, di dormire e dimenticarsi di essere il mio.
Chi sono...dove sono...Quando sono assente di me. Da Dove vengo? dove Vado?(Signor Battiato...non lo so, non lo so davvero....)
:: Tanachvil (0) comments 1:11 PM Noctupermalink ::
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